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mercoledì 23 aprile 2014

Milena e Christian a radio città del capo

Un altro genere è possibile, la campagna del MitMilena e Christian, volti della campagna "un altro genere è possibile*" parlano della condizione transessuale a radio città del capo

"Milena all’anagrafe è registrata come Francesco, Cristian come Beatrice. Per lo Stato e la burocrazia italiana sono incasellati in un “sesso” in cui non si riconoscono più, con tutto quello che ne consegue. “Dobbiamo costantemente giustificare la nostra condizione – spiega Cristian – addirittura una volta ho rischiato di essere portato in questura perché il carabiniere che mi aveva fermato non credeva alle mie spiegazioni. Sono stato costretto a farmi scrivere una lettera dalla psicologa per dimostrare il mio percorso di transizione”. Racconta Milena: “Sono sei anni che nella società mi presento come Milena  e ho già raggiunto il mio equilibrio e benessere psico fisico, eppure con la legge attuale non posso ottenere il cambio di sesso anagrafico perché non voglio sottopormi ad un’intervento chirurgico di demolizione. 
Aspettando una nuova legge Milena ha avviato una causa presso il Tribunale di Modena* per ottenere una sentenza che autorizzi il cambiamento di nome e sesso senza il passaggio dalla sala operatoria.





* L’identità sessuale è un diritto e non può essere condizionato dalla chirurgia. Ecco perchè pensiamo sia urgente che venga approvata una nuova legge. Esiste già una proposta per la quale ci batteremo politicamente. Nel frattempo, se questo Parlamento non legifererà noi proporremo cause in ogni Tribunale d’Italia per ottenere, così come è già avvenuto a Roma, sentenze che autorizzano il cambiamento del sesso e del nome anche senza l’intervento chirurgico. PIÙ INFO

Mi permetto di aggiungere alle parole di Milena e Christian che il disegno di legge 405 permetterebbe di superare questa "idea" dell'equilibrio psico - fisico come punto da raggiungere per il cambio anagrafico, oltre che eliminare l'obbligo di interventi mutilanti e sterilizzanti. Spesso la discrepanza tra l'identità vissuta e quella scritta sui documenti è il motivo per cui non si trova lavoro, si viene esclusi o autoesclusi dalla vita sociale o si abbandonano gli studi. Noi non vogliamo  sentenze con su scritto che abbiamo raggiunto un adeguato equilibrio, quindi possiamo cambiare generalità. Noi vogliamo poter scegliere autonomamente quando presentarci socialmente e a pieno titolo con la nuova identità, senza giudizio alcuno. AUTODETERMINARSI nella propria identità è un elemento fondamentale per la propria sicurezza e per la propria tranquillità, che non può che contribuire in modo importante al raggiungimento di un adeguato equilibrio psico - fisico. Come può un fattore che determina l'equilibrio essere concesso solo ad equilibrio raggiunto?

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